Qualsiasi sport aiuta i bambini nella loro crescita, ma le arti marziali sono davvero indicate nell’età dello sviluppo.

Nella vita, tutti hanno paura: paura di sbagliare, paura di quello che le altre persone possono pensare di noi, paura di restare da soli, paura di cambiare, paura delle cose sconosciute, paura delle novità, paura di parlare in pubblico, paura di prendere una decisione, ecc.

Ma che cos’è davvero la paura?

Una emozione, naturale, sana e utile!

E l’emozione può essere definita come una reazione soggettiva a un evento saliente, caratterizzata da cambiamenti fisiologici, esperienziali e comportamentali. Ogni emozione assume una valenza differente in base all’influenza di alcuni fattori specifici come la situazione iniziale o contesto, l’interpretazione cognitiva e soggettiva, la risposta comportamentale messa in atto e l’automatica e specifica reazione fisiologica.

Da bambini si possono sviluppare molti tipi di paure, innate, transitorie e indotte, causate da emozioni incontrollate o da situazioni nuove e percepite come pericolose, che attivano il nostro corpo a reagire in maniera istintiva e a cercare protezione.

Le arti marziali offrono un’opportunità unica per vincere le proprie paure.

Nel karate, come nella vita, si affrontano le paure e insieme le si superano. Ovviamente non tutte le paure ma molte di quelle legate al confronto con il SE e con l’ALTRO. La paura è un’emozione dominata dall’istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto a una situazione di pericolo. Il pericolo è soggettivo ma la capacità di dominarne alcuni oggettivi è una grande prova di crescita del bambino.

Nel confronto con l’altro si vincono paure sociali, la vicinanza impone il contatto con l’altro e il bambino impara a convivere negli spazi degli altri e a far invadere i propri.

La grande ricchezza del bagaglio tecnico offerto dalla pratica del karate comprende infatti esercizi di psicomotricità preparatoria, esercizi individuali e a coppie. I primi insegnano ai bambini come sfruttare al meglio le potenzialità del proprio corpo e gli permettono di acquisire fiducia in se stessi, grazie al continuo superamento di quelli che considerano i propri limiti.

Con gli esercizi a coppie e di gruppo i giovani imparano a gestire i rapporti interpersonali, a riconoscere nei compagni e nel gruppo dei termini di paragone e conseguentemente a far nascere un sano spirito di confronto in un clima amichevole e rispettoso degli altri.

Il karate è proprio una vera scuola di vita.

Victoria Village nei suoi programmi dopo-scuola organizza corsi di karate, per bambini e ragazzi, con insegnanti certificati, in un ambiente dedicato e sicuro.

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Tel. 327 026 8499
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Quanto fa bene ai bambini stare con i loro pari?

In passato si trascorreva molto più tempo in strada, dove si avevano più occasioni di incontrare gli amici, mentre adesso grandi e piccoli sono sempre più impegnati e, quando finalmente si ritorna a casa, non si ha alcuna voglia di andare al parco o vedere altra gente, soprattutto se tra le mura domestiche ci sono tanti bei giochini tecnologici che permettono di trascorrere tanto tempo in santa pace.

Ma quanto è importante per un bambino stare in compagnia di altri bambini?

L’esperienza di frequentare coetanei permette ai bambini di sviluppare valori diversi rispetto a quelli sperimentati all’interno delle mura domestiche. All’interno di un gruppo dei pari, infatti, l’esperienza dei bimbi si arricchisce di diversi spunti d’azione molto più liberi e spontanei rispetto alle condizioni vissute all’interno della sfera familiare.

Sostenuti dal gioco, i bambini hanno la grande possibilità di migliorare ed ampliare la consapevolezza di sé stessi, conoscere l’influenza che hanno sui coetanei e comprendere come si interagisce all’interno di un gruppo.

La socializzazione è un processo che si costruisce, ma serve l’aiuto anche dei grandi.

Partecipando ai gruppi educativi, i bambini avranno la possibilità di lavorare su scambio, confronto e collaborazione, tutti aspetti caratteriali che gli saranno fondamentali per un corretto percorso di crescita. Le interazioni vissute durante i laboratori e gli spazio gioco promuovono dei contesti gruppali in cui gli stessi bambini possono allargare la loro consapevolezza, la conoscenza di sé e mettersi in gioco attraverso le loro competenze e potenzialità

Stai cercando un luogo dove favorire la socializzazione del tuo bambino?

Scegli Victoria Village! Chi siamo?

Siamo un centro ludico, permettiamo ai bambini di entrare in contatto con educatori professionalmente formati e con i loro coetanei in un contesto del tutto diverso a quello familiare o scolastico (dove vigono regole e ritmi scadenzati). Nel nostro centro protagonisti sono il gioco, la libertà di muoversi e di inventare, di socializzare e di sentirsi liberi di esprimersi, senza vincoli di orario e senza pressioni.

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Il Primo Maggio spiegato ai bambini e alle bambine

Il Primo maggio è la festa del lavoro e dei lavoratori ed è bene che anche i bambini comprendano il significato di questa giornata. Anche se la crisi economica e i pochi posti di lavoro disponibili, non permettono di festeggiare a dovere questa festa, non dobbiamo lasciare che la negatività colpisca anche i più piccoli. Esiste una favola in grado di spiegare l’importanza della festa del lavoro anche ai più piccoli.

La favola dei piccoli lavoratori

Per rendere questa giornata comprensibile anche ai più piccoli, è possibile raccontare loro la favola dei piccoli lavoratori. Secondo questo racconto, tanto tempo fa un gruppo di bambini lavoratori abitava in un villaggio lontano. Questi piccoli erano in grado di costruire capanne, allevare il bestiame e studiare le tabelline. Tutti condividevano tutto ed erano felici. Un bel giorno, però, alcuni bambini decisero di imporre delle regole e obbligarono tutti gli altri a sottostare alle loro direttive. Questi bambini vennero chiamati padroni. Gli altri abitanti del villaggio non erano abituati ai nuovi ritmi e si chiedevano se fosse giusto sottostare a queste regole. Un piccolo gruppo di bimbi decise di formare un sindacato, cioè un insieme di persone che si opponesse ai nuovi ordini. L’insieme di più voci avrebbe potuto garantire un cambiamento. Mano a mano che si spargeva la voce nel villaggio, il sindacato otteneva altri consensi e adesioni da parti degli altri bambini. Finalmente questi lavoratori insoddisfatti organizzarono un grande sciopero: i ritmi quotidiani non permettevano riposo e i bambini non potevano sopportare questo sfruttamento. Il padrone venne colto di sorpresa: non pensava che un gran numero di lavoratori potesse opporsi alle sue direttive. Allora nacque un conflitto tra le due parti: i lavoratori chiedevano maggiore tempo libero per giocare; il padrone, invece, voleva tassativamente obbligare i piccoli ai ritmi incalzanti. Per risolvere le divergenze le due parti si misero a tavolino e mangiando pane e marmellata raggiunsero un accordo. I lavoratori si impegnavano a lavorare fino ad un’ora prima del tramonto e poi tutti insieme andavano a guardare i cartoni animati alla televisione. Per celebrare la fine delle divergenze venne istituita la festa del primo maggio.

Continua a seguirci per altre favole!

Chi siamo?

Il tema centrale attorno a cui si sviluppano le proposte di Victoria Village è quello del ruolo del bambino nella sua società, che ci è sembrato coerente con i perseguimenti di fini sociali e pedagogici più ampi, pur restando un modo attraverso cui stimolare i bambini al gioco, alla creatività e alla condivisione.

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Per un bambino crescere insieme ad un animale fa bene alla salute e al comportamento.

La comunità scientifica, i medici e gli operatori del settore pedagogico sono quasi tutti concordi sull’utilità del rapporto tra bambini e animali dal punto di vista del benessere fisico e mentale: gli animali domestici sono un supporto incredibile dei bambini di ogni età, anche dei neonati.

E non soltanto i cuccioli che pure trasmettono tenerezza e senso di protezione, ma anche animali come conigli, gatti, tartarughe aiutano il piccolo a responsabilizzarsi. Insomma, imparano sul campo la bellissima esperienza di “prendersi cura” di qualcuno.

I benefici psicologici di avere un animale domestico sono innumerevoli.  Quali sono?

-Possono essere i confidenti dei bambini di ogni età, soprattutto se creano un rapporto esclusivo.

-Gli animali domestici danno molte “lezioni” sul senso della vita non solo da un punto di vista concettuale ma anche fisiologico: attraverso di loro i genitori possono spiegare la riproduzione, gli incidenti, la morte e la perdita.

-Possono aiutare i bambini a sviluppare il senso di responsabilità.

-Aiutano i bambini a connettersi con la natura.

-Aiutano i bambini a riconoscere e potenziare il rispetto per gli altri.

Crescere con un animale ha dei risvolti sullo sviluppo affettivo del bambino, perché nel rapporto bambino-animale si sviluppano una serie di processi inconsci che influiscono sulla crescita del piccolo. Eccone qualcuno:

-Proiezione: il bambino che ha un animale tende a proiettare su di lui le proprie ansie e le proprie paure; il trasferimento di queste emozioni gli permette di avere una maggiore stabilità emotiva durante la sua crescita.

-Identificazione: altro processo fondamentale per la crescita di un bambino. Quando avviene con un cucciolo, il bambino riesce ad esprimere dei sentimenti che altrimenti non riuscirebbe ad esternare, come se nell’animale potesse riconoscere sè stesso.

-Senso di responsabilità: un bambino coinvolto nella cura di un cane, impara a prendersi cura degli altri, impegnandosi in prima persona nella gestione di un essere diverso da sé.

-Comunicazione: crescere con un animale aiuta il bambino a migliorare eventuali problemi di relazione e di linguaggio.

-Motivazione: vivere con un animale ha un effetto calmante. Il corpo del bambino produce endorfine che aiutano il buonumore e il recupero psicofisico in caso di malattia. Inoltre, la vicinanza con un animale, e il suo grande affetto, diminuiscono il senso di isolamento e tristezza provocato da un periodo di malattia.

Anche Victoria Village ama gli animali ed ha una sua mascotte!

Il nostro bellissimo Coco!

 

Far frequentare un corso di teatro ai bambini o accompagnarli a vedere gli spettacoli teatrali è molto importante per la loro crescita, oltre che divertente.

L’arte teatrale stimola la fantasia dei piccoli, ma li apre anche alla diversità, sviluppa la loro empatia e una migliore percezione del loro corpo nello spazio.

Stai cercando un corso di teatro per i tuoi bambini?

Ovviamente, fare teatro fa bene a qualsiasi età ma ci sono almeno cinque ragioni per cui ogni bambino dovrebbe frequentare un corso di recitazione:

  1. Impara a gestire le emozioni.

L’aspetto emozionale del teatro è importantissimo e da non sottovalutare. L’agitazione, la paura e l’impazienza che un bambino prova subito prima e durante le rappresentazioni possono essere lo specchio del tipo di emozioni che dovrà affrontare da adulto, in circostanze differenti.

  1. Aumenta l’autostima

Per un bambino imparare a memoria la propria parte, interpretare un personaggio ricordandone i gesti e i movimenti, salire sul palco ed affrontare un pubblico è davvero importante, perché per lui è la prova evidente che può affrontare il mondo senza avere paura del giudizio degli altri.

  1. Impara a socializzare

Un laboratorio di recitazione, specie per i piccoli più insicuri, è anche uno stimolo alla socializzazione. Recitare su un palco significa, infatti, condividere quello spazio con altri compagni durante la rappresentazione. Condividere le proprie emozioni e impressioni con gli altri bambini è un ottimo modo per insegnare al bambino ad essere più aperto nei confronti di chi gli sta intorno.

  1. Impara parole nuove

Recitare significa anche dover leggere un copione, imparare a memoria la propria parte e affrontare i dialoghi con i compagni sul palco. Tutto ciò è un enorme beneficio: recitare stimola i bambini a leggere, contribuendo così all’arricchimento del vocabolario.

  1. Migliora il senso estetico

Nei laboratori teatrali spesso ai piccoli viene chiesto di occuparsi anche del lato artistico dello spettacolo. Viene chiesto loro di proporre idee o di contribuire a realizzare la scenografia, il trucco e il costume di scena del proprio personaggio. Occuparsi anche di questa parte della messinscena, oltre a aumentare il loro coinvolgimento, sviluppa enormemente il senso estetico e creativo presente in ogni bambino.

Il nostro Corso di teatro stimola i bambini ad esprimere se stessi e ad ampliare i propri meccanismi creativi e comunicativi.

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Quanto è importante per il bambino trascorrere del tempo con gli altri bambini? È necessario spingerlo a socializzare? La ludoteca può essere un luogo per favorire le sue capacità relazionali?

Nei primi anni di vita, la famiglia rappresenta l’unico ambiente che il bambino conosce realmente. Questo nucleo è per lui la prima forma di società con cui entra a contatto e dove avviene la sua prima esperienza di socializzazione.

Fino ai 4 anni si parla di pre-socializzazione. Il bambino gioca da solo anche se sta in gruppo. Gli scambi e l’interazione sono molto limitati.

Nel momento della socializzazione secondaria (asilo, scuola ecc.) avviene il processo di formazione delle competenze specifiche necessarie allo svolgimento dei ruoli adulti.

Come spingerlo a socializzare?

L’esser a contatto con gli altri, fare nuove conoscenze, frequentare attività sportive, essere sempre aperti agli altri agevola lo sviluppo di peculiarità caratteriali che danno la possibilità di districarsi anche nelle situazioni più complesse riuscendo a percepire le difficoltà dell’altro, essere riconosciuto tramite conferme che arrivano dagli altri. Quando si è disponibili, si risulta simpatici e divertenti quindi ben accetti dagli altri lo sviluppo di una buona autostima è favorita.

Questo permette di divenire autonomi, essere capaci di raggiungere dei risultati. ottenere successi nella vita, a scuola, nello sport, nelle discipline musicali. E tutto sostanzialmente da soli. È quindi importante che un genitore favorisca i processi di socializzazione aiutandolo a crescere senza paura dell’altro.

I bimbi con difficoltà a socializzare si mostrano più chiusi ed introversi, più permalosi e meno generosi, più timidi o più aggressivi, più isolati dal gruppo e meno propensi al gioco e alla condivisione degli spazi e dei tempi nonché delle attività. Un bambino che non socializza viene escluso automaticamente dal gruppo poiché non è capace di stare con gli altri in quanto non ne è abituato.

La socializzazione permette quindi l’apertura e la conoscenza di sé attraverso la condivisione delle proprie emozioni. Un bambino che interagisce maggiormente ha meno timore di esprimere il proprio vissuto in merito ad una esperienza né di dire la sua se qualcosa non gli va giù. È un bambino più libero.

Lo sport è preferibile al telefonino. Un amico con cui giocare a palla o suonare uno strumento è molto meglio di un videogioco o della playstation. Vivere ogni giorno della propria vita assieme agli altri arricchisce di emozioni e di conoscenze che il mondo dietro uno schermo non potrà mai dare.

I nostri consigli:

La socializzazione è un processo spontaneo e come tale non c’è una data ben precisa in cui è doveroso giocare con gli altri. Ogni bambino ha i suoi tempi e creare pressioni può rischiare solo di ottenere l’effetto contrario.

-Rispetta sempre i suoi tempi;

-Stimolalo con attività che può fare con altri bambini, senza però forzarlo.

-Preferisci le attività all’aria aperta dove può incontrare altri bambini.

-Ritagliati del tempo per giocare insieme. Rispetta le sue regole e alterna le tue. In questo modo, il tuo bambino, egocentrico per natura, si abituerà a mediare tra diversi modi di stare insieme.

-No all’uso di tablet sotto i 2 anni. Non può essere una compensazione!

La nostra città bambini è il luogo ideale: durante i nostri laboratori i bambini sperimentano la socializzazione, la condivisione e la collaborazione, sia attraverso il gioco libero, sia nelle attività guidate e sfogano la loro creatività interagendo anche con gli altri.

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Come spiegare la Pasqua ai bambini? Il significato e le tradizioni

La Santa Pasqua per i bambini è principalmente un tripudio di uova, cioccolata e coniglietti. Eppure, anche senza voler fare del catechismo, sarebbe opportuno che ogni bambino sappia perché, in una certa domenica dell’anno, tutto il Paese si ferma per fare festa.

Il significato religioso

La Pasqua celebra la Resurrezione di Gesù Cristo – Figlio di Dio incarnatosi uomo – che sconfigge la Morte e cancella quel Peccato Originale che gravava sull’umanità dai tempi di Adamo ed Eva.

La Quaresima

Prima della grande festa della Domenica di Pasqua i fedeli si preparano all’evento attraverso la Quaresima ( Che ne dite di preparare il calendario della Quaresima per i più piccoli?), un periodo di circa 40 giorni nel quale si prega e si compiono piccole rinunce.

I più ortodossi osservano giorni di digiuno (il venerdì), ma i più preferiscono mangiare di magro o rinunciare a carni e dolciumi “tentatori”.

La Domenica delle Palme

La domenica prima di Pasqua è la cosiddetta Domenica delle Palme, dove si ricorda l’ingresso a dorso di un asino di Gesù a Gerusalemme, salutato dalla folla festante che sventolava rami di palma in segno di giubilo. Dopo la Domenica delle Palme, comincia la Settimana Santa, nella quale la comunità cristiana ripercorre gli ultimi giorni della vita di Gesù Cristo.

La Settimana Santa

Gesù era un predicatore, ma i suoi comportamenti e il fatto che continuasse a raccogliere sempre più seguaci non era ben visto dalle autorità della comunità ebraica (di cui Gesù stesso faceva parte, essendo nato a Nazareth, in Galilea.)

I sacerdoti e i vecchi tradizionalisti lo ritenevano insomma un pericoloso ribelle, nonché un eretico. Da qui la volontà di punire quello strano uomo che andava dicendo di essere il Figlio di Dio. A consegnare Gesù alle autorità fu Giuda, un Apostolo traditore.

La Settimana Santa scandisce proprio la rievocazione di quei momenti concitati:

Giovedì: ricordo dell’Ultima Cena dove Gesù disse ai suoi discepoli che da lì a poco sarebbe stato tradito e ucciso. In questa occasione Gesù lavò i piedi ai suoi Apostoli, in segno di umiltà (atto che nelle chiese si celebra con il rito della “Lavanda dei Piedi”).

Venerdì: Passione – dal verbo “patire” – e morte sulla Croce. Gesù viene arrestato e portato davanti al Sinedrio, la massima autorità tra i giudei. Per eseguire la sentenza di morte però, Gesù dovette comparire di fronte a Ponzio Pilato, governatore dei Romani che dominavano la regione. Pilato non aveva motivi per ritenere Gesù colpevole, ma per timore che la folla inferocita si ribellasse, confermò la condanna. Prima della crocifissione, Gesù dovette subire torture e umiliazioni che I cristiani celebrano ripercorrendo le dodici stazioni della Via Crucis, un percorso dove i fedeli rivivono tutti gli episodi avvenuti durante la crocifissione.

Sabato: messe e lutto per la morte di Cristo

Domenica: Pasqua e festeggiamenti. Gesù risorge e si manifesta ai suoi conoscenti più intimi.

Seguiteci per altri consigli!

Victoria Village, organizza laboratori creativi di Pasqua.

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La creatività può esprimersi in diversi modi. Può prendere forma attraverso l’arte, come la musica o la pittura, ma non solo. Essa è un vero e proprio modo di essere e di pensare.

La creatività è tra le abilità più richieste e premiate. Il modo migliore per impararla e mantenerla è continuare a immaginare, creare, giocare, condividere e riflettere.

La questione chiave non è come «insegnare la creatività» ai bambini ma come creare un ambiente fertile nel quale la loro creatività metta radici, cresca e prosperi.

Stai cercando un luogo in cui stimolare la creatività di tuo figlio? Contattaci!

1.Libertà totale

Per sviluppare la creatività del bambino bisogna lasciargli utilizzare tutte le forme espressive a sua disposizione: colori, scrittura, disegno, danza, sport, giardinaggio, poesia, teatro, pasta di sale, costruzioni.

  1. Incoraggiare l’espressione personale

Il bambino deve avere un ruolo attivo. È bene proporre tutte le attività, ma senza imporre i vostri gusti o le vostre passioni.

  1. Non giudicare la qualità dei suoi prodotti

Creare non è riprodurre l’esistente. Non è realizzare ‘una bella immagine’ ma piuttosto realizzare ‘a sua immagine'”.

  1. Aiutare la sua sensibilità emozionale

La paura è nemica della creatività, dice la Freud. E quindi è necessario “insegnare al bambino a dare un nome alle sue emozioni, a superare i timori”. Un buon metodo per farlo è attraverso le favole, dove l’eroe esprime le proprie paure e poi le supera. Mentre i più grandicelli vanno aiutati a verbalizzare i propri sentimenti.

  1. Aiutare a sviluppare i suoi sensi

Per sviluppare la propria creatività e intelligenza i bambini hanno bisogno di esperienze varie e legate ai sensi. Che in loro sono acutissimi, perché sono nell’età della scoperta”. Quindi è fondamentale sperimentare tutto ciò che è possibile: odori, colori, sapori… tutto fa esperienza.

  1. Libero corso alla sua inventiva

I bambini non dovrebbero essere “confinati” in luoghi ultra-sicuri con oggetti studiati appositamente per loro. Perché “la conoscenza si nutre di tutto tranne che di monotonia. Ed essere creativi significa poter utilizzare un gioco anche in un modo per il quale non è stato progettato.

  1. Rimpiazzare i “giochi educativi” con giocattoli “veri”

I cosiddetti “giochi educativi” non lasciano spazio all’individualità del bambino, non gli lasciano decidere come giocare.

  1. Le attività artistiche

Lo spirito va nutrito quanto il corpo, e l’arte è un alimento per la creatività. Quindi i musei sono utili quanto i parchi. Fategli conoscere scultura, pittura, fotografia… poi starà a lui scegliere a cosa ispirarsi.

  1. Una personalità originale

La creatività è la possibilità di sviluppare una personalità originale: dunque se al bambino piace mettere calze di colore diverso, o se vuole mettere gli stivali in gomma d’estate, lasciatelo fare.

  1. Rispettare il suo pensiero divergente

Durante i primi anni, i bambini vivono in un mondo in cui realtà e finzione si mescolano. Sono capaci di fluidità e di cambiamenti d’idea repentini, e vogliono una cosa e il suo contrario. È ciò che viene chiamato ‘pensiero divergente’. Quindi se gli chiedete ‘ di che colore è?’ e vi risponde ‘come un morso di sole’ invece di ‘giallo’, non biasimatelo: anzi, complimentatevi”.

In un ambiente stimolante, c’è più possibilità di farsi venire idee brillanti e originali. A partire dal contesto fisico e dal materiale a disposizione, l’ambiente deve attivare nel bambino la curiosità di mettersi in gioco e a sperimentare. Ma gli stimoli sono anche le occasioni per conoscere cose nuove o nuovi punti di vista.

Victoria Village è tutto questo!

I nostri laboratori sono studiati appositamente per stimolare i bambini ad esprimere sé stessi e ad ampliare i propri meccanismi creativi e comunicativi.

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La Festa della Donna spiegata ai bambini

La Festa della Donna dell’8 Marzo è più di un semplice giorno di ispirazione e memoria. É un momento utile per ricordare ai bambini, femmine e soprattutto maschi, che le donne hanno importanza. Soprattutto che la loro voce deve essere ascoltata e hanno il diritto di essere riconosciute.

Ma come spiegare la Festa della Donna ai bambini?

Per spiegare la Festa della Donna, chiedete ai vostri figli di ricordare alcune donne che hanno fatto la differenza del mondo, e aiutateli a conoscere e apprezzare Rosa Parks, Amelia Earhart, Madame Curie. É un primo passo che renderà utile la Festa della Donna.

-Non banalizzare

Bisogna utilizzare le parole e immagini adeguate all’età, ma senza sottovalutare la capacità di comprensione dei bambini e senza nascondere loro verità scomode. Spesso pensiamo che siano meno preparati di quanto invece non siano.

-Raccontare del passato

Partite dal passato e spiegate che molto è stato fatto dalle nostre nonne e mamme per arrivare alla situazione attuale: una volta le donne non potevano portare i pantaloni; non potevano imparare a leggere e scrivere; non potevano votare. Oggi tutto questo è possibile, anche se c’è ancora molto da fare.

-Spiegate il valore dei simboli

Una giornata nata quasi per caso, che ha – in Italia – un simbolo floreale. Per capire meglio l’International Women’s Day è importante spiegare ai piccoli i suoi simboli. Le mimose si regalano solo in Italia. In Cina, per esempio, l’8 marzo si regalano enormi taniche di olio di semi. L’idea delle mimose qui da noi fu proposta da tre donne dell’UDI (Unione Donne Italiane) nel 1946, dopo la fine della guerra, perché era uno dei pochi fiori che fiorivano in quel periodo e perché costava poco. In realtà, però, già durante il Fascismo, quindi dopo la Prima Guerra Mondiale, nei luoghi di lavoro, soprattutto in fabbrica, le donne avevano cominciato a regalarsi tra loro un rametto di mimosa. Veniva portato un grande ramo e chi voleva ne prendeva un pezzetto e lo regalava ad una collega, ad una amica: era un segno di sorellanza, di vicinanza, di riconoscimento, del lottare insieme per i diritti delle donne. Insieme: infatti un rametto di mimosa è composto da tanti pallini, non è mai solo.

Così come un compleanno riguarda una persona singola, la Giornata Internazionale delle Donne è dedicata a tutte le donne, ai loro successi riconosciuti o meno.

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Il tema centrale attorno a cui si sviluppano le proposte di Victoria Village è quello del ruolo del bambino nella sua società, che ci è sembrato coerente con i perseguimenti di fini sociali e pedagogici più ampi, pur restando un modo attraverso cui stimolare i bambini al gioco, alla creatività e alla condivisione.

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La storia di Carnevale ed Arlecchino

Il Carnevale è una delle feste più attese dai più piccolini: colori, maschere, coriandoli, stelle filanti e scherzi sono gli ingredienti di questa pazza festa. Ma se i vostri bambini vi chiedono cos’è, sapete cosa rispondere?

Scopriamolo insieme!

Si narra che nacque come festa dell’abbondanza in vista del periodo di austerità dettato dalla successiva Quaresima. È una festa che ha origini molto antiche, la ricorrenza infatti trae le proprie origini dai Saturnali della Roma antica o dalle feste dionisiache del periodo classico greco.

Durante queste festività era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre mascherarsi rendeva irriconoscibili il ricco e il povero, e scomparivano così le differenze sociali. Una volta terminate le feste, il rigore e l’ordine tornavano a dettare legge nella società.

Col passare del tempo e dei secoli, il Carnevale ha acquisito una connotazione di festa unicamente gioiosa, ricca di colori e dolci, durante la quale, per tradizione si fanno scherzi e burle. Carnevale è una festa che intriga ed appassiona molto i bambini, che si travestono, si truccano e possono lanciare coriandoli e stelle filanti, trasgredendo, così, alle regole quotidiane del non sporcare per terra e non gettare gli oggetti al suolo.

Ci sono diverse favole molto carine da raccontare ai bambini, per spiegar loro il significato del Carnevale.

Una fra queste è quella di Arlecchino e il suo vestito dell’amicizia

Arlecchino era un bimbo di Bergamo, che viveva in una povera casa con la sua povera mamma. Non avevano soldi per comprare giocattoli, begli abiti o cose superflue. Arlecchino, però, era un bravo bambino. A scuola aiutava sempre i compagni, se erano in difficoltà, prestava volentieri le sue matite ed i suoi pennarelli, anche se ne aveva pochi, e sorrideva a tutti, giocava con tutti, parlava con tutti. Era un bambino proprio simpatico e gentile Arlecchino. Arrivò il periodo di Carnevale e tutti i suoi compagni si confrontavano tra loro per decidere quale maschera scegliere, come vestirsi e quali dolci farsi cucinare dalle proprie mamme. Colombina, una bella bambina di Venezia, chiese ad Arlecchino da cosa si sarebbe travestito per la grande festa organizzata in paese. Lui, che sapeva di non poter chiedere troppo alla sua mamma, rispose che non avrebbe avuto nessun vestito di Carnevale e che sarebbe andato alla festa ed avrebbe guardato. A questo punto, siccome Arlecchino era molto benvoluto per la sua simpatia e la sua cordialità, tutti i suoi compagni iniziarono a confabulare e misero a punto un piano. Ogni bambino si fece dare, dalla propria mamma, un pezzo di stoffa avanzato dal proprio vestito di Carnevale e, con l’aiuto della maestra, cucirono una bellissima tuta multicolore da donare ad Arlecchino. Così anche lui avrebbe avuto un costume bellissimo e perfetto e avrebbe potuto partecipare attivamente alla festa, divertendosi insieme a tutti loro. Tutt’oggi, il vestito di Arlecchino è visto come simbolo di amicizia e solidarietà.

Continua a seguirci per altre favole e consigli utili!

Guarda la nostra festa di Carnevale 2022:

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