‘‘La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…’’

La Befana, nell’immaginario collettivo, è rappresentata, da una vecchietta con il naso lungo, che viaggiando su di una scopa riempie le calze di tutti i bambini.

Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, infatti, sotto il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle, a volte anche solo cenere e carbone, la Befana vola sui tetti e, calandosi dai camini, riempie le calze lasciate appese dai bambini.

La Befana, in Italia, si festeggia nel giorno del 6 gennaio, che solitamente chiude il periodo di vacanze natalizie..

Secondo la tradizione cristiana, i Magi diretti a Betlemme non trovando la mangiatoia chiesero informazioni a un’anziana, incontrata lungo la strada. La donna, pur sapendo che i Magi si recavano dal piccolo Gesù, non volle andare con loro in un primo momento. Quando si pentì della decisione, preparò un cestino ricco di dolci e si mise in cammino alla ricerca dei Magi, sperando di raggiungerli. Bussò a ogni casa per trovarli e a ogni bambino che incontrava regalò dei doni, nella speranza di imbattersi anche nel piccolo Gesù. Da allora la Befana girerebbe il mondo, regalando dolci per farsi perdonare e i piccoli metterebbero fuori dall’uscio di casa calze e scarpe per la vecchia signora: se nel suo vagare ne avesse avuto bisogno poteva usarle, altrimenti riempirle di dolci.

Ma vi siete mai chiesti perché la Befana porta, oltre ai dolci, anche il carbone?

A tutti coloro che non si sono comportati bene nel corso dell’anno, la Befana dona anche del carbone. Si tratta di una sorta di rimprovero! In alcuni casi, visto che la Befana non ama le cose monotone e vuole cambiare spesso i segni del suo castigo, porta anche sacchetti di cenere, pezzi di legno, trucioli, paglia o sassi.

Ma perché proprio il carbone?

La Befana nella tradizione incarna anche l’anno vecchio che se ne va per lasciare posto al nuovo. In molte Regioni italiane, c’è l’usanza di bruciare un fantoccio, per salutare l’anno passato. Il carbone è una reminiscenza del falò di fine anno fatto come rito propiziatorio: quello dolce è quindi stato associato nel tempo a una sorta di punizione per i bambini cattivi.

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