É la notte di San Silvestro e un vecchietto con la testa canuta ed il passo stanco sembra impaziente. Guarda continuamente l’orologio e borbotta: – Quando arriva? Speriamo che non mi faccia aspettare troppo, perché qui fa freddo e poi io sono tanto stanco!
Chi è questo vecchietto è facile immaginare.
É l’Anno Vecchio che aspetta l’arrivo del Nuovo Anno. Egli è pronto a passargli le consegne, desideroso di andare a riposare. Visto che il giovane Anno non si vede ancora egli si siede su una panchina di un parco, si stringe di più nel cappotto per ripararsi dal freddo pungente e cerca di passare il tempo, ricordando tutto ciò che ha fatto in questi ultimi dodici mesi, quando lui è stato il padrone del mondo. Deve convenire che egli ha fatto tante cose buone per gli uomini. Li ha resi felici e spensierati durante la festa di Carnevale e le altre festività.
É pure vero che tante volte non è stato capace di risolvere determinate situazioni, rendendo scontenti gli uomini, ma, in verità, la colpa non è stata solo sua. Quando la pioggia è scesa giù dal cielo a catenelle per più giorni e ha provocato frane, distruggendo alcune case e lasciando qualcuno senza un tetto sulla testa tutti hanno ritenuto lui colpevole e responsabile. La stessa cosa è successa quando non è riuscito a calmare gli animi di alcuni uomini e sono scoppiate guerre in varie parti del mondo. Egli pur desiderando di scacciare la fame dal mondo non c’è riuscito completamente, perché ancora oggi ci sono tanti bambini che, non avendo nulla da mangiare, muoiono di fame.
L’Anno vecchio voleva tanto prendere i malviventi e i ladri per rendere il mondo pulito e bello, ma da solo è stata un’impresa impossibile. Egli è convinto che in molte situazioni se non c’è la collaborazione degli uomini nulla si può ottenere. Gli uomini sono bravissimi a scaricare le loro colpe sugli altri, specialmente su questo povero vecchio. Il poveretto ha cercato sempre di fare del suo meglio, ma per gli altri non è stato mai abbastanza. É stato più volte deriso, condannato, incolpato anche di cose non fatte. I suoi occhi spesso si sono velati di lacrime per l’ingratitudine umana. Molti gli hanno rivolto lodi, altri lo hanno maledetto. Ad un tratto, vedendo un’ombra avvicinarsi, interrompe il corso dei suoi pensieri e dei suoi ricordi ed esclama:
‘‘Eccolo eccolo! Finalmente sta arrivando.’’ Rivolgendosi al Nuovo venuto continua:
Ti sei fatto attendere e…e…e…mio bel giovane.
L’anno nuovo risponde: ‘‘ Nonnino non avere fretta! Tu vuoi bruciare le tappe. Io non potevo certamente venire prima del tempo. I tuoi giorni dovevano terminare oggi a mezzanotte e io sono arrivato, come vedi, puntuale. Guarda la gente come è felice per il mio arrivo. Tutti brindano, facendo tintinnare i loro calici.’’
Sottolinea il vecchietto: ‘‘Brindano, perché sperano che tu sia migliore di me. Che porti loro ogni bene e solo cose belle. Ti accorgerai presto, mio caro, come gli uomini sono bravi a voltarti le spalle se per una volta non esaudirai i loro desideri. Ti auguro con tutto il cuore: buona fortuna. Addio, figliolo. ’’
L’Anno Vecchio si alza dalla panchina e si avvia lentamente con un po’ di emozione e nostalgia. Sente ancora gli ultimi bagordi che vanno man mano scemando, fino a scomparire.
L’Anno Nuovo, invece, è pimpante, pieno di vitalità e vorrebbe mettersi subito alla opera per risolvere tutte quelle questioni che l’ Anno Vecchio ha lasciato in sospeso. Egli si propone di portare a tutti gli uomini pace, felicità e lavoro. Chissà se ci riuscirà.
Ogni anno a San Silvestro si ripete la stessa scena, l’Anno Vecchio se ne va con un gran magone e si fa avanti l’Anno Nuovo con nuove e allettanti promesse e ognuno in cuor suo spera che sia la volta buona perché tutto si avveri.
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