Articoli

La favola della buonanotte aiuta lo sviluppo del linguaggio e delle capacità di memoria.

La favola della buonanotte è un gesto semplice ma che talvolta può sembrare noioso e ripetitivo, soprattutto nella situazione classica in cui il bimbo ha un libro preferito e vuole solo ed esclusivamente quello.

Inoltre, dopo una giornata lunga, al lavoro o trascorsa interamente con i bambini, anche solo altri 10 o 15 minuti possono sembrare un tempo infinito: eppure, possono fare la differenza nello sviluppo mentale ed emotivo dei bambini.

Leggere stimola l’immaginazione

Nulla come storie di avventure fantastiche, ambientate in luoghi meravigliosi, stimola la naturale fantasia del bambino e la sua immaginazione. Quando leggiamo loro delle storie belle e appassionanti, li vediamo letteralmente pendere dalle nostre labbra, ansiosi di non perdersi nemmeno una parola.  La favola della buonanotte permette al tuo bambino di immedesimarsi nei personaggi delle storie. Questa immedesimazione è molto importante perché, a questa età, non c’è una differenza netta tra immaginazione e realtà. Il personaggio con cui il bambino si identifica e che alla fine vince o ha la meglio, lo rassicura e lo aiuta a riconoscere e ad affrontare le sue paure.

Pronuncia e grammatica

Raccontare storie che i bambini ascoltano con attenzione ci permette anche di insegnare loro la grammatica corretta, la pronuncia e la dizione. Non passerà molto tempo che li sorprenderemo ad utilizzare vocaboli anche un po’ astrusi che compaiono nelle loro favole preferite.

Una routine rassicurante

La sera è un momento in cui i bambini hanno maggior bisogno di coccole e rassicurazioni. Il fatto di leggere una storia crea una routine (che rassicura i bambini). Ti permette, inoltre, di ritagliarti un momento di dolcezza, contatto e serenità con tuo figlio. Questo rafforzerà il vostro legame e aiuta a staccare dai ritmi serrati imposti dalla routine giornaliera!

La struttura stessa delle storie ci permette di inserire gli eventi in ordine cronologico insegnando così ai bambini le tecniche di narrazione di base, utili anche nella vita quotidiana. Inoltre, ascoltare una favola letta dalla mamma è molto diverso che guardare la tv: il bambino può fare domande, ipotesi su cosa succederà o commentare questo evento o quel personaggio, e tutte le risposte le riceve da una persona in carne ed ossa.

Continua a seguirci per altri consigli!

Stai cercando un luogo magico per i tuoi bambini?

Ci trovi in:

Via V. Gioberti, 61

50121 Firenze

“La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte”. Manca davvero poco all’arrivo della vecchina più simpatica del mondo!

Personaggio amato dai più piccoli e tradizionalmente associato ad una vecchina, con scarpe rotte e abiti vecchi, la Befana giunge, il 6 gennaio, nelle case dei bambini a cavallo di una scopa, per lasciare in dono una calza piena di regali, dolci o carbone.

Ma chi è la Befana?

La Befana è una delle figure più amate della tradizione natalizia italiana. Come recita una famosa filastrocca, questa vecchietta molto simpatica “vien di notte, con le scarpe tutte rotte e il cappello alla romana”, volando sopra le città a cavalcioni di una scopa. Questo personaggio è la somma di tantissime leggende, tradizioni e cerimonie folkloristiche e religiose che si sono sovrapposte nel tempo.

Già nel Neolitico si venerava una divinità femminile, in qualche modo ricollegabile alla Befana, che si materializzava durante il periodo invernale per scacciare via le intemperie, propiziando il ritorno della primavera e il raccolto dell’anno successivo. Successivamente si diffusero i riti legati al mondo contadino e alla fertilità dei campi, dove la donna diviene l’emblema della Madre Terra: ora benigna e generosa, ora crudele e vendicativa.

Secondo varie fonti tra le antesignane della Befana ci sarebbe Diana, la dea romana della caccia, della vegetazione e della luna; così come le divinità minori Satìa e Abundìa, rispettivamente simbolo della sazietà e dell’abbondanza. Altre precorritrici risultano Holda e Perchta, streghe notturne della mitologia nordica; e infine Erodiade, la leggendaria principessa ebraica che è accostata alla Befana soprattutto in alcune zone del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.

Ad oggi la festa della Befana si sovrappone alla celebrazione cristiana dell’Epifania, nella quale i Re Magi offrono a Gesù i doni.

Come spiegare la festa della Befana ai bambini?

Per raccontare ai bambini e spiegare come nasce, che cosa si festeggia e che significato ha la Befana si deve prima di tutto capire quale delle due componenti si vuole soprattutto far comprendere al bambino, se quella religiosa o piuttosto quella di semplice intrattenimento:

“I genitori potrebbero dire ai bambini che il giorno dell’Epifania è successa una cosa importante per tutto il mondo. A Natale è nato un bambino che per una parte delle persone ha un significato molto particolare e che il giorno dell’Epifania si è presentato per essere conosciuto. I genitori cristiani a questo punto potrebbero aggiungere che questo è successo perché è il Messia, il figlio di Dio”. Se si vuole semplicemente spiegare la dimensione ludica e di festa senza legami con il trascendente, “Il modo migliore per raccontarla è sottolineando l’aspetto folkloristico, senza legarla all’aspetto religioso”. Si potrebbe quindi spiegare ai piccoli che dopo Babbo Natale anche una cara signora anziana, un po’scorbutica ma buona di cuore, passa a cavallo di una scopa la notte dell’Epifania a portare dei dolcetti. Possiamo anche aggiungere che tra lei e Babbo Natale c’è un rapporto di amicizia.

Perché è utile per i bambini credere nella Befana?

Come Babbo Natale, anche la Befana è un personaggio importantissimo per allenare nei bambini il pensiero magico, il pensiero fantastico e la fantasia. È sicuramente un modo attraverso il quale insegnare ai bambini lo stupore e la meraviglia.

Continua a seguirci per altre informazioni e consigli utili!

Guarda qui l’arrivo della Befana al Village:

Per maggiori info, contattaci

Via V. Gioberti, 61

50121 Firenze

Tel. 327 026 8499

info@victoriavillage.it

É la notte di San Silvestro e un vecchietto con la testa canuta ed il passo stanco sembra impaziente. Guarda continuamente l’orologio e borbotta: – Quando arriva? Speriamo che non mi faccia aspettare troppo, perché qui fa freddo e poi io sono tanto stanco!

Chi è questo vecchietto è facile immaginare.

É l’Anno Vecchio che aspetta l’arrivo del Nuovo Anno. Egli è pronto a passargli le consegne, desideroso di andare a riposare. Visto che il giovane Anno non si vede ancora egli si siede su una panchina di un parco, si stringe di più nel cappotto per ripararsi dal freddo pungente e cerca di passare il tempo, ricordando tutto ciò che ha fatto in questi ultimi dodici mesi, quando lui è stato il padrone del mondo. Deve convenire che egli ha fatto tante cose buone per gli uomini. Li ha resi felici e spensierati durante la festa di Carnevale e le altre festività.

É pure vero che tante volte non è stato capace di risolvere determinate situazioni, rendendo scontenti gli uomini, ma, in verità, la colpa non è stata solo sua. Quando la pioggia è scesa giù dal cielo a catenelle per più giorni e ha provocato frane, distruggendo alcune case e lasciando qualcuno senza un tetto sulla testa tutti hanno ritenuto lui colpevole e responsabile. La stessa cosa è successa quando non è riuscito a calmare gli animi di alcuni uomini e sono scoppiate guerre in varie parti del mondo. Egli pur desiderando di scacciare la fame dal mondo non c’è riuscito completamente, perché ancora oggi ci sono tanti bambini che, non avendo nulla da mangiare, muoiono di fame.

L’Anno vecchio voleva tanto prendere i malviventi e i ladri per rendere il mondo pulito e bello, ma da solo è stata un’impresa impossibile. Egli è convinto che in molte situazioni se non c’è la collaborazione degli uomini nulla si può ottenere. Gli uomini sono bravissimi a scaricare le loro colpe sugli altri, specialmente su questo povero vecchio. Il poveretto ha cercato sempre di fare del suo meglio, ma per gli altri non è stato mai abbastanza. É stato più volte deriso, condannato, incolpato anche di cose non fatte. I suoi occhi spesso si sono velati di lacrime per l’ingratitudine umana. Molti gli hanno rivolto lodi, altri lo hanno maledetto. Ad un tratto, vedendo un’ombra avvicinarsi, interrompe il corso dei suoi pensieri e dei suoi ricordi ed esclama:

‘‘Eccolo eccolo! Finalmente sta arrivando.’’ Rivolgendosi al Nuovo venuto continua:

Ti sei fatto attendere e…e…e…mio bel giovane.

L’anno nuovo risponde: ‘‘ Nonnino non avere fretta! Tu vuoi bruciare le tappe. Io non potevo certamente venire prima del tempo. I tuoi giorni dovevano terminare oggi a mezzanotte e io sono arrivato, come vedi, puntuale. Guarda la gente come è felice per il mio arrivo. Tutti brindano, facendo tintinnare i loro calici.’’

Sottolinea il vecchietto: ‘‘Brindano, perché sperano che tu sia migliore di me. Che porti loro ogni bene e solo cose belle. Ti accorgerai presto, mio caro, come gli uomini sono bravi a voltarti le spalle se per una volta non esaudirai i loro desideri. Ti auguro con tutto il cuore: buona fortuna. Addio, figliolo. ’’

L’Anno Vecchio si alza dalla panchina e si avvia lentamente con un po’ di emozione e nostalgia. Sente ancora gli ultimi bagordi che vanno man mano scemando, fino a scomparire.

L’Anno Nuovo, invece, è pimpante, pieno di vitalità e vorrebbe mettersi subito alla opera per risolvere tutte quelle questioni che l’ Anno Vecchio ha lasciato in sospeso. Egli si propone di portare a tutti gli uomini pace, felicità e lavoro. Chissà se ci riuscirà.

Ogni anno a San Silvestro si ripete la stessa scena, l’Anno Vecchio se ne va con un gran magone e si fa avanti l’Anno Nuovo con nuove e allettanti promesse e ognuno in cuor suo spera che sia la volta buona perché tutto si avveri.

Ti è piaciuta la nostra favola?

Continua a seguirci!

C’era una volta un boscaiolo, tanto povero quanto onesto. Viveva in una vecchia baracca di legno in mezzo ad una radura con tutta la sua famiglia: la moglie, i tre figli e i suoi genitori.

La casa era piccola, ma accogliente, pulita e dignitosa. E tutti si davano da fare perché la vita scorresse serena:

la mamma si occupava della casa e faceva le pulizie nei palazzi dei signori;

il papà tagliava la legna e scolpiva giocattoli da vendere alle botteghe artigiane; la nonna coltivava il piccolo orto che rendeva il necessario per loro e per il mercato;

il nonno si dedicava a piccole opere di ferramenta.

Anche i bambini davano il loro contributo: dopo la scuola aiutavano i genitori in tutto ciò che potevano.

In quella casa non erano ricchi… ma erano felici e si volevano bene.

Un giorno il boscaiolo si addentrò in una foresta di abeti che non aveva mai visto prima, alla ricerca di un legno particolare. Passo dopo passo, la selva divenne talmente fitta che tra le fronde degli alberi, che sembravano mani adunche tese a bloccarlo, non riusciva a penetrare neppure la luce del sole. Eppure una strana sensazione lo spingeva a non fermarsi.

Giunse infine dinanzi a un vecchio cartello con una scritta quasi illeggibile: “PROPRIETÀ PRIVATA-VIETATO ENTRARE”.

Mentre già stava per tornare indietro, una luce vivida proveniente dal profondo di quel folto bosco cupo attirò il suo sguardo e lo spinse a proseguire.

“Alla fine -pensò- non mi vedrà nessuno… chi vuoi che passi da qui? E se dovessi incontrare qualcuno potrò sempre dire che mi sono perso e che pensavo che la luce provenisse da una casa…”

Giunse finalmente in una radura, al centro della quale cresceva un immenso albero del colore del sole. La sua meraviglia fu grande quando, avvicinandosi, si rese conto che era d’oro massiccio. Lo toccò e vide che i rami avevano la consistenza del legno ma, se venivano spezzati, assumevano la solidità del metallo prezioso. Iniziò a pensare: “Se ne staccassi qualche pezzo chi mai se ne accorgerebbe? È un albero, i rami ricrescerebbero, e il proprietario neanche ci farebbe caso. L’uomo che possiede una cosa così prodigiosa nel proprio giardino è di certo eccezionalmente ricco, e anche se io gli porto via una piccolissima parte del suo oro non gli dispiacerà.  Anche perché io ne ho di sicuro molto più bisogno di lui.”

Più ci pensava, più trovava scuse per giustificare ciò che voleva fare, più sognava cosa avrebbe potuto comperare con quell’oro. Fu così che strappò alcuni dei ramoscelli più sottili, ne fece un piccolo bottino, e tornò a casa col sorriso sulle labbra e la gioia nel cuore.

Sua moglie non fu felice: “Non avresti dovuto prenderli! Per quanto pochi possano essere e per quanto noi se ne possa avere bisogno, tu li hai rubati! Devi restituirli!” L’uomo e la donna iniziarono a litigare, cosa che prima di allora non era mai accaduta, e le discussioni proseguirono per giorni e giorni, finché l’uomo, esasperato, non andò via di casa.

Il tempo passò: col denaro frutto della vendita dell’oro costruì una bellissima casa con tante stanze, comperò dei vestiti nuovi e lussuosi e dei cavalli lucidi e scattanti per muoversi. Ma la sua famiglia, che era rimasta nella vecchia casupola malandata, gli mancava… così iniziò a comperare regali per tutti nella speranza di riconquistarne l’affetto. Ma ogni omaggio gli veniva sdegnosamente restituito. Oltretutto, più si abituava alla nuova vita da ricco, più sentiva il bisogno di nuovo oro per soddisfare i propri desideri. E ogni volta andava nella foresta a staccare nuovi rami, sempre di più e sempre più grossi, trovando nuove scuse con sé stesso per i furti.

Ma, ogni volta che tornava, accadeva una strana cosa: la sua pelle sembrava più scura e spessa e i suoi movimenti più legnosi. “La pelle si scurisce per il sole, è chiaro. E mi muovo con più fatica perché mi sono disabituato al lavoro e agli sforzi.”

Giunse finalmente la vigilia di Natale, e il boscaiolo preparò per sé stesso un pranzo sontuoso. Mentre, però, maneggiava un coltello per affettare del pane, si tagliò… e, invece del sangue, dalla carne uscì un liquido trasparente simile alla linfa delle piante. E finalmente comprese! Corse verso il bosco incantato con tutta l’energia che gli restava. “Ti prego, fa’ che non sia troppo tardi.” Ma più si avvicinava alla radura, più i gesti si facevano rigidi. E poi accadde. Mentre saltava, i suoi piedi divennero profonde radici, il suo corpo tronco, la sua pelle si indurì tanto da trasformarsi in corteccia, le sue braccia si arrestarono a mezz’aria mutandosi in lunghi rami, i suoi capelli si convertirono in fronde e la sua bocca spalancata in una profonda cavità.  Anche lui era diventato una parte di quella foresta, nella quale ogni pianta era stata un essere umano.

La sua disperazione era così grande che dai suoi occhi, che si erano trasformati in spessi nodi di legno, scesero calde lacrime di autentico pentimento. E tale era il freddo, che ogni lacrima, raggiunta la punta dei rami, si congelava trasformandosi in una piccola stalattite cristallina. Una, però, riuscì a toccare il terreno e, d’incanto, comparve una fata. “La tua avidità era stata punita, così come quella di molti altri prima di te. Ma tu sei stato il solo a provare un sincero rimorso. Va’… e che questa avventura ti sia di insegnamento.”

Il boscaiolo, magicamente tornato essere umano, non poté che ringraziare la buona fata e, tornato a casa, vendette tutti i suoi averi distribuendo il ricavato a chi ne aveva più bisogno. Poi, col cuore pieno di speranza e timore, tornò a bussare alla porta della sua vecchia baracca. E fu accolto con tutta la gioia e l’amore che gli erano mancati fino a quel momento. Decise, però, di conservare per sempre la memoria di quanto era accaduto, come monito affinché mai più l’avidità potesse impossessarsi di lui. E, ripensando a ciò in cui egli stesso si era trasformato, si recò nella vicina foresta, abbatté un piccolo abete, lo portò a casa e, in ricordo delle proprie lacrime, lo decorò con piccole sfere di vetro cristallino.

In breve tempo la sua storia fece il giro del villaggio, poi dell’intero regno, e si diffuse poi anche in quelli vicini fino a raggiungere i confini della terra. E tutti, colpiti e commossi, presero l’abitudine, a Natale, di tenere in casa un abete decorato con gocce di vetro o cristallo, e di porvi sotto i doni, in ricordo dell’uomo che, a Natale, aveva donato tutto per tornare ad essere felice.

( Fiaba di Alessandra Fella )

Buon Natale a tutti dallo staff di Victoria Village!

Continua a seguirci per altre storie di Natale!

o per maggiori info sulla nostra ludoteca, contattaci:

Via V. Gioberti, 61
50121 Firenze

Tel. 327 026 8499
info@victoriavillage.it

In tutto il mondo, molti bambini stanno scrivendo la letterina di Babbo Natale, è bello sentire tutte quelle emozioni racchiuse in una lettera che esprime gioia e amore.

Ogni bambino aspetta con gioia il magico Natale e tutti scrivono delle bellissime lettere a Babbo Natale.

Scrivere la lettera a Babbo Natale rappresenta un momento magico e carico di aspettative per i piccoli. In fondo è un momento di bilanci anche per loro: si sono comportati bene? Meritano di ricevere i regali? Quanti giocattoli possono chiedere? E possono chiedere anche cose più importanti come la pace, l’amore in famiglia, la salute per una persona cara?

Le lettere che i bambini scrivono a Babbo natale sono profonde e inaspettate e spesso chiedono cose non solo per loro ma anche per chi amano.

Come scrivere la lettera di Babbo Natale?

È fondamentale partire con un ‘‘Caro Babbo Natale’’, poi racconta di te, come ti chiami, quanti anni hai, di dove sei e racconta tutto ciò che desideri, parla a Babbo Natale delle tue passioni delle persone a cui vuoi più bene, esprimi tutto quello che vuoi e parla di quello che desideri trovare sotto l’albero di Natale. Non importa se è reale o no, se è una cosa materiale o meno, l’importante è che lo desideri con tutto il cuore e come per magia questo apparirà!!!

Scrivere la lettera a Babbo Natale: consigli per i genitori

Scrivere la letterina a Babbo Natale non è un compito, qualcosa da fare in fretta tra una cosa e l’altra. É un momento importante per il bambino, che lo fa entrare nella magia di diventare parte attiva di una bellissima storia.

Scrivere la lettera a Babbo Natale è anche l’occasione per far esprimere al bambino dei suoi desideri, spiegando bene la differenza con i regali fisici.

Facciamogli degli esempi: “Vorrei giocare più spesso all’aperto”, “Vorrei ritornare in vacanza dove sono stato quest’estate”, “Vorrei arrabbiarmi di meno”, “Vorrei più abbracci dalla mia sorellina”.

La lettera va arricchita di disegni per Babbo Natale.

Infine, è bene far firmare il bambino in fondo al testo, dopo averglielo riletto bene. Se il bambino non sa ancora scrivere scrivigli tu in stampatello il suo nome e invitalo a ricopiarlo come vuole: anche uno scarabocchio va benissimo, ma emozionerà il bambino e gli farà risultare la lettera un documento davvero importante, addirittura firmato da lui come fanno i grandi!

La letterina per Babbo Natale rappresenta un momento molto importante ed emozionante per tanti bambini.

Continua a seguirci per altri consigli:

Victoria Village!

Scopri la magica atmosfera Natalizia del Village:

Barba lunga e abito rosso: chi non si immagina così il buon vecchio Babbo Natale?

Secondo la tradizione, Babbo Natale abita da sempre nel Polo Nord e la notte di Natale parte a gran velocità sulla sua slitta, trainata da renne, per raggiungere i bimbi di tutto il mondo e portare loro tanti doni, giocattoli, che lui costruisce insieme ai suoi amici elfi.

Ma dove e quando nasce Babbo Natale?

La leggenda narra che tutto cominciò in America, nel 1600, ma in realtà il mito di Babbo Natale ha origini europee e si pensa che la sua identità coincida con quella di San Nicola. Nicola nacque nella seconda metà del 200 d.C. in Turchia, da una famiglia benestante ed in seguito divenne vescovo di Myra, in Lycia.

Molto tempo dopo la sua morte, le sue spoglie vennero trafugate a Bari, città di cui divenne ed è tutt’oggi il Santo Patrono. Fu proprio in questa città pugliese che cominciò a farsi largo l’idea che San Nicola, oltre a salvare gli sfortunati marinai che si imbattevano in pericolose tempeste, portasse doni ai bimbi, soprattutto a quelli che se lo meritavano. Una famosa leggenda che accompagna la vita del Santo racconta che egli aiutò un padre molto povero a maritare tre figlie che altrimenti, senza dote, non avrebbero mai potuto convolare a nozze.

Per dare una mano alla famiglia caduta in miseria, Nicola buttò infatti per due notti di fila un sacco pieno di monete d’oro dentro una finestra della loro casa, ma la terza sera, trovando la finestra stranamente chiusa, gettò il terzo sacco dal camino, proprio come nella tradizione Babbo Natale. Le tre sorelle poterono così sposarsi ed essere felici grazie alla bontà e generosità di Nicola.

Tante sono comunque le storie che accompagnano la magica figura di babbo Natale e le sue presunte origini ed è conosciuto in tutto il mondo, seppur con nomi diversi e anche qualche caratteristica fisica differente.

Per esempio in Francia è magro, alto, indossa zoccoli di legno e viene chiamato Père Noël , in Inghilterra è Father Christmas ,Julenisse in Scandinavia, Sinter Klaas in Olanda, Santa Claus in America, rappresentato come il nostro Babbo Natale: robusto, barbuto e vestito di rosso, ed infine è Saint Nicolas in Svizzera dove porta ai più piccoli soprattutto dolci e mandarini.

Come si chiamano le renne di babbo Natale?

Tutti sanno infatti che a trainare la slitta carica di doni sono le 8 fidate renne, ma chi conosce i loro nomi?

Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido. La nona renna (forse la più famosa) Rudolph, si unì solo in seguito al gruppo.

Secondo la storia, Rudolph, renna giovane da un insolito naso rosso e luminoso, viene scelta da Babbo Natale per illuminare e rendere visibile alle altre renne il sentiero offuscato dalla nebbia

Cosa mangia Babbo Natale?

Babbo Natale è molto goloso… Gli piacciono i dolci, in particolare i biscotti. Dunque mangia tutto quello che i bimbi gli lasciano nella notte di Natale per sfamarsi dopo il lungo viaggio: le case da visitare sono così tante che di certo non soffre la fame!

Victoria Village si prepara, come l’anno scorso, alla magia del periodo Natalizio con laboratori e giochi che accompagneranno i bambini all’arrivo del Natale!

Guarda tutte le foto dell’anno scorso:

Per maggiori info, contattaci:

Via V. Gioberti, 61

50121 Firenze

Tel. 327 026 8499

info@victoriavillage.it

Cantare è un’attività che i bambini generalmente amano. Per loro è un gioco, ma rappresenta anche un’occasione di crescita e di benessere.

Il canto coinvolge la sfera del linguaggio ed è sicuramente di grande aiuto nello sviluppo generale dell’individuo. Con il canto si coinvolgono diverse parti del cervello, si migliorano le capacità emotive, per quello che riguarda per esempio il controllo della respirazione, maggiormente evidente se alla pratica del canto è affiancata una pratica strumentale o motoria semplice.

Quando poi il canto è quello di gruppo, oltre ad essere fonte di benessere individuale per l’aspetto conviviale, nello stare insieme attraverso la musica si impara ad uniformarsi a movimenti e regole comuni, a dare il proprio apporto in relazione ad un progetto comune.

La musica infatti impone per natura ritmi precisi, e praticata alla lunga, diventa educativa, imponendone il rispetto di questi.

A quanti anni si può cominciare a studiare canto?

Lo studio della musica, inteso come pratica convenzionale e apprendimento di nozioni, sicuramente richiede una maturità cognitiva al pari di qualsiasi altra disciplina. Il canto è lo “strumento musicale” che l’uomo ha già in sé! L’apprendimento dipende sicuramente da come viene proposto: deve essere adeguato all’età del bambino, e quindi allo sviluppo intellettuale e fisico.

Quali sono i benefici di studiare canto?

-Se il bambino si agita spesso, è irrequieto oppure iperattivo, il canto è un antidoto impeccabile contro lo stress. Cimentarsi in un’esibizione canora significa stare attenti, cercare di essere intonati, andare a tempo, pronunciare le parole giuste, metterci energia e passione. Per i bambini cantare contribuisce sensibilmente ad allentare le tensioni.

-Il canto crea un’identità a livello artistico, ad aprirsi e non vergognarsi.

Attraverso il canto, il bambino inizia a tracciare il proprio carattere, ad avere un’identità rappresentata a livello artistico, a non vergognarsi, ad aprirsi agli altri che lo ascoltano.

-I bambini imparano presto a cantare. L’apprendimento precoce è sempre vincente perché da piccoli si ha fretta di imparare. Non occorrerà sottoporre i bambini a noiosissime lezioni canore poiché si affideranno al divertimento, prendendo il canto come un gioco di cui non potranno più fare a meno.

Victoria Village organizza lezione di canto con la maestra Ilaria Martelli, che ha esperienza come insegnante di canto presso l’Atheneum Musicale Fiorentino, e assistente dell’insegnante di musica titolare per il coro dei bambini Open Space, Firenze.

Per maggiori info:

Via V. Gioberti, 61
50121 Firenze

Tel. 327 026 8499
info@victoriavillage.it

Le attività per aumentare l’autostima dei bambini.

Negli adulti così come nei bambini, l’autostima è fondamentale per affrontare la quotidianità e gli altri. Autostima e sicurezza sono tra loro strettamente collegate. I bambini (ma anche gli adulti) con una scarsa autostima faticano a stare nel gruppo, prendono parola raramente perché hanno paura di sbagliare, non brillano certo per entusiasmo ed iniziativa, sono individui chiusi emotivamente.

Un adulto con bassa autostima molto probabilmente è stato un bambino demotivato, al quale la famiglia, la scuola o la società non ha creduto in lui, non ha dato la giusta importanza ai suoi sogni. Queste persone crescono con la convinzione di non essere in grado di poter donare qualcosa di utile agli altri, perdono il loro tempo a concentrarsi sulle proprie debolezze dimenticando i propri punti di forza.

Come aiutare un bambino insicuro?

Non è difficile capire un bambino insicuro: solitamente mostra un atteggiamento “chiuso” anche nel fisico: spalle rivolte verso il torace, sguardo basso, giocherella con le mani, voce pacata e debole. Alcuni bambini lo sono per carattere, altri lo sono diventati.

Ma come aiutare un bambino insicuro? Un bambino insicuro non va aiutato spronandolo a fare chissà cosa, molti genitori e insegnanti lo incitano a parlare, a portare a termine un compito, troppo spesso alla fine dell’anno scolastico in vista dei famigerati saggi finali si punta molto su questi soggetti. Ma perché? La timidezza, cara amica dell’insicurezza, non si supera in questo modo.

Ognuno ha le strategie giuste per realizzarsi e venir fuori caratterialmente, ciò che l’adulto deve fare è prima di tutto ascoltare. Un bambino insicuro imparerà ad aprirsi se avrà accanto persone, adulte e coetanei, che credono in lui. Non spetta agli altri spianare la strada, ma ognuno di noi ha tutte le potenzialità per spiccare il volo, basta crederci. Inoltre, di tutte le cose che si possono insegnare ai bambini penso che la realizzazione di un sogno sia una delle più importanti. Non ha importanza la qualità del sogno ciò che conta è che si permetta di sognare. Gli adulti, dunque, devono evitare di sottovalutare i desideri dei figli, anche se possano sembrano difficili da esaudirsi. Non bisogna illuderli, ma incoraggiarli a far sì che non venga mai a mancare la fiducia in loro stessi.

Quali attività consentono al bambino di aumentare la sua autostima?

Nella bella stagione i giochi all’aria aperta se ne possono fare quanti se ne vuole. Anche il comunissimo gioco del calcio può essere un utile strumento per incoraggiare i bambini (e bambine) a credere in loro stessi. L’ importante è non lasciarsi prendere troppo la mano: dunque evitare di pretendere che i bambini giochino come se fossero ai mondiali.

Altra attività da fare potrebbe essere un disegno da colorare. Spesso i genitori quando vedono il figlio colorare (o scrivere) intervengono se non lo fanno nella maniera giusta, precisa. Ma non è sempre così, soprattutto quando non si tratta di un compito di disegno in cui si richiede precisione.

Una partita ai videogame (purché duri massimo mezz’ora) potrebbe essere un’attività per stimolare l’autostima e la fiducia nei bambini.

I giochi da fare sono veramente tanti, vanno bene tutti purché ci sia il clima sereno e consapevole che si tratti di un gioco, in cui la vittoria e la sconfitta non sono poi così importanti.

Victoria Village propone un incontro a cadenza settimanale, uno spazio nel quale i bambini avranno l’occasione di condividere le loro esperienze e le loro difficoltà, per stimolare l’empatia e la capacità di risolvere i problemi.

La struttura dell’incontro sarà quella tipica del circle time – pratica ormai diffusa nei migliori contesti scolastici e associativi di vario genere – del quale sono ampiamente noti i benefici in termini di crescita personale, sviluppo dell’autostima e della self-confidence, ma anche di cooperazione e rispetto degli altri.

Scopri il nostro Laboratorio di Educazione affettiva con la psicologa Roberta Leone!

 

Un adulto che legge ad un bambino compie un atto d’amore.

Un libro nasconde al suo interno storie magiche, capaci di mettere in moto la fantasia dei piccoli. I libri dedicati all’infanzia svolgono infatti molteplici funzioni e ogni genitore dovrebbe ritagliarsi qualche momento durante la giornata per aprire un libro e leggerlo al proprio bambino, magari prima della nanna.

Perché è importante leggere ai bambini?

Leggere ai bambini permette infatti lo sviluppo dell’immaginazione, contribuendo altresì all’arricchimento del vocabolario, aspetto che sarà utilissimo (e importantissimo) quando il bimbo comincerà a frequentare la scuola elementare. Quando un bimbo è intento nell’ascoltare la lettura del libro, inoltre, allena la propria soglia di attenzione e di conseguenza la propria capacità all’ascolto.

A corollario dell’acquisizione di un vocabolario più vasto e di una più completa proprietà di linguaggio, i bambini a cui vengono letti i libri ad alta voce potranno esprimersi meglio e, di conseguenza, fare più domande per soddisfare la loro innata curiosità: ascoltare la lettura di un libro, insomma, permette ai bambini di imparare più cose, anche quando il momento della lettura è terminato.

Ma non finisce qui: perché i genitori che leggono libri ai propri bambini riescono a sviluppare un rapporto profondo con gli stessi. Il tempo passato insieme è un tempo di qualità, che fa godere i bambini anche della vicinanza fisica dei genitori, spesso fuori casa per lavoro.

Inoltre, è bene imparare a parlare delle storie lette: chiedere se la storia appena letta è piaciuta, approfondire il perché, farsi raccontare quali caratteristiche del personaggio preferito sono le più interessanti per il giovane lettore, aiutarlo ad orientarsi nei boschi narrativi.

Quando cominciare a leggere libri ai propri bambini?

Non c’è un’età per cominciare a leggere libri ai bambini: sì può fin dalla gravidanza, perché il bambino nella pancia è attento a carpire la voce di mamma e papà e i rumori del mondo esterno. Una volta nato, poi, non perdete l’abitudine ma arricchitela con nuovi libri e nuove storie. Anche se un neonato non è effettivamente in grado di capire le parole che gli leggiamo, per lui sarà comunque un momento di vicinanza, un momento in cui riusciremo a tranquillizzarlo e a calmarlo. Senza contare che la lettura di un libro concilia il sonno… A tutte le età!

Quali libri scegliere per i bambini?

La letteratura per l’infanzia è un mondo davvero sconfinato: sono davvero tantissimi i libri dedicati ai bambini, che si possono scegliere in libreria dove, solitamente, sono suddivisi per fasce di età.

Victoria Village dispone di un angolo letterario – una piccola libreria dove i bambini potranno leggere e ascoltare storie e favole davvero incredibili!

Per maggiori info:

https://victoriavillage.it

Mai saltare la merenda, attenzione alla varietà, no alle doppie porzioni in inverno. Queste le regole d’oro.

Quello della merenda dei bambini è un momento importante in cui, dopo un’intera giornata passata tra i banchi di scuola, ci si può prendere una pausa e ricaricare le pile.

In inverno poi, con i continui sbalzi di temperatura e i picchi di freddo che possono affaticare l’organismo, lo diventa ancora di più ed è anche essenziale non far passare troppe ore di digiuno tra un pasto e l’altro per non costringere il corpo a far ricorso alle proprie riserve con il rischio di esaurirle.

Prima regola: educare alla varietà

La prima indicazione, sempre valida in ogni stagione, ma a maggior ragione nel lungo periodo invernale, è il principio della varietà. Troppo spesso i bambini tendono, soprattutto a merenda, a voler decidere in autonomia cosa mangiare. È giusto assecondare le loro preferenze ma è bene anche essere propositivi: è infatti fondamentale offrire alternative educando al gusto ed insegnando a non escludere alcun alimento.

Seconda regola: la merenda non va mai saltata

La merenda non va mai saltata, è fondamentale sia a metà mattina che a metà pomeriggio per ‘ricaricarsi’ e mantenere costante la glicemia e, quindi, l’attenzione, durante le lunghe ore di studio e di arrivare meno affamati all’ora di pranzo o di cena.

Terza regola: non aumentare le porzioni con il freddo

Quella che il nostro corpo necessità di maggiori quantità di cibo d’inverno è una falsa credenza. La merenda deve sempre coprire il 7-8% delle calorie totali della giornata. I bambini tendono ad avere uno stile di vita più sedentario rispetto all’estate, per cui non si deve eccedere in calorie se il bambino a pranzo e a cena assume pasti regolari.

Quarta regola: non trascurare le bevande

Una spremuta o una centrifuga di frutta e verdura di stagione o, in alternativa, un succo di frutta al naturale consente di fare il pieno di antiossidanti e avere il giusto mix nella composizione del proprio menu a merenda. Se il bambino apprezza le bevande calde durante questa stagione si può proporre anche un tè o una tisana, prestando attenzione a non esagerare con le quantità di zucchero.

Quinta regola: no doppia merenda per gli sportivi

Molti genitori fanno l’errore di esagerare con la quantità di cibo proposta a merenda, perché sentono il bisogno di compensare la fatica dei figli che fanno sport, mentre nella gran parte dei casi, il dispendio calorico non giustifica una ‘doppia merenda’. Il discorso cambia solo se il bambino pratica un’attività agonistica: in questo caso è necessario prevedere un’alimentazione più ricca.

Continua a seguirci per altre informazioni!

www.victoriavillage.it

CONTATTI

Victoria Village Junior
Via Vincenzo Gioberti 49 R – 61, 50121, Firenze
Tel: 327 026 8499 | Email: info@victoriavillage.it