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La creatività può esprimersi in diversi modi. Può prendere forma attraverso l’arte, come la musica o la pittura, ma non solo. Essa è un vero e proprio modo di essere e di pensare.

La creatività è tra le abilità più richieste e premiate. Il modo migliore per impararla e mantenerla è continuare a immaginare, creare, giocare, condividere e riflettere.

La questione chiave non è come «insegnare la creatività» ai bambini ma come creare un ambiente fertile nel quale la loro creatività metta radici, cresca e prosperi.

Stai cercando un luogo in cui stimolare la creatività di tuo figlio? Contattaci!

1.Libertà totale

Per sviluppare la creatività del bambino bisogna lasciargli utilizzare tutte le forme espressive a sua disposizione: colori, scrittura, disegno, danza, sport, giardinaggio, poesia, teatro, pasta di sale, costruzioni.

  1. Incoraggiare l’espressione personale

Il bambino deve avere un ruolo attivo. È bene proporre tutte le attività, ma senza imporre i vostri gusti o le vostre passioni.

  1. Non giudicare la qualità dei suoi prodotti

Creare non è riprodurre l’esistente. Non è realizzare ‘una bella immagine’ ma piuttosto realizzare ‘a sua immagine'”.

  1. Aiutare la sua sensibilità emozionale

La paura è nemica della creatività, dice la Freud. E quindi è necessario “insegnare al bambino a dare un nome alle sue emozioni, a superare i timori”. Un buon metodo per farlo è attraverso le favole, dove l’eroe esprime le proprie paure e poi le supera. Mentre i più grandicelli vanno aiutati a verbalizzare i propri sentimenti.

  1. Aiutare a sviluppare i suoi sensi

Per sviluppare la propria creatività e intelligenza i bambini hanno bisogno di esperienze varie e legate ai sensi. Che in loro sono acutissimi, perché sono nell’età della scoperta”. Quindi è fondamentale sperimentare tutto ciò che è possibile: odori, colori, sapori… tutto fa esperienza.

  1. Libero corso alla sua inventiva

I bambini non dovrebbero essere “confinati” in luoghi ultra-sicuri con oggetti studiati appositamente per loro. Perché “la conoscenza si nutre di tutto tranne che di monotonia. Ed essere creativi significa poter utilizzare un gioco anche in un modo per il quale non è stato progettato.

  1. Rimpiazzare i “giochi educativi” con giocattoli “veri”

I cosiddetti “giochi educativi” non lasciano spazio all’individualità del bambino, non gli lasciano decidere come giocare.

  1. Le attività artistiche

Lo spirito va nutrito quanto il corpo, e l’arte è un alimento per la creatività. Quindi i musei sono utili quanto i parchi. Fategli conoscere scultura, pittura, fotografia… poi starà a lui scegliere a cosa ispirarsi.

  1. Una personalità originale

La creatività è la possibilità di sviluppare una personalità originale: dunque se al bambino piace mettere calze di colore diverso, o se vuole mettere gli stivali in gomma d’estate, lasciatelo fare.

  1. Rispettare il suo pensiero divergente

Durante i primi anni, i bambini vivono in un mondo in cui realtà e finzione si mescolano. Sono capaci di fluidità e di cambiamenti d’idea repentini, e vogliono una cosa e il suo contrario. È ciò che viene chiamato ‘pensiero divergente’. Quindi se gli chiedete ‘ di che colore è?’ e vi risponde ‘come un morso di sole’ invece di ‘giallo’, non biasimatelo: anzi, complimentatevi”.

In un ambiente stimolante, c’è più possibilità di farsi venire idee brillanti e originali. A partire dal contesto fisico e dal materiale a disposizione, l’ambiente deve attivare nel bambino la curiosità di mettersi in gioco e a sperimentare. Ma gli stimoli sono anche le occasioni per conoscere cose nuove o nuovi punti di vista.

Victoria Village è tutto questo!

I nostri laboratori sono studiati appositamente per stimolare i bambini ad esprimere sé stessi e ad ampliare i propri meccanismi creativi e comunicativi.

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Tel. 327 026 8499
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Carnevale è la festa più allegra dell’anno: sembra una festa creata apposta per i bambini, che da sempre amano travestirsi e mascherarsi in tutti i modi possibili!

Non porta certo regali come il Natale, ma tanta gioia, spensieratezza, risate e, grazie alla possibilità di travestirsi e di indossare i panni dei personaggi e supereroi e principesse preferiti, i nostri piccoli possono vivere in un mondo magico almeno per qualche giorno.

Carnevale dura una settimana (quest’anno martedì grasso sarà il Primo Marzo) e in questo periodo vengono organizzate tante feste in maschera, eventi in molte località d’Italia dove si potrà assistere a cortei e sfilate con carri allegorici e maschere tradizionali, occasioni di divertimento per tutta la famiglia e momenti per giocare nell’atmosfera più raccolta ed intima della propria casa, magari preparando qualche ottima ricetta carnevalesca oppure facendo, insieme ai bimbi, dei lavoretti divertenti e originali.

Ma quali sono gli elementi principali del Carnevale per bambini?

Naturalmente il costume di Carnevale. Ogni anno ci sono delle novità con i personaggi più amati, quelli dei nuovi cartoni animati o film, ma in genere i travestimenti più apprezzati sono:

-persone vere: il poliziotto, il ladro, il cowboy sono travestimenti sempre molto amati e i costumi sono pieni di particolari. Tra i più richiesti negli ultimi tempi dai maschietti c’è il ninja che consiste in una tunica nera che copre anche la faccia, cinturini rossi o verde smeraldo, accessori vari, mentre per le femminucce resta un ervergreen la principessa, con un abito lungo, prezioso, ricco di particolari luccicanti.

-Personaggi dei cartoni: naturalmente i personaggi più amati dai bambini sono anche quelli più richiesti a Carnevale. Le bambine chiedono il travestimento di Elsa o Anna di Frozen, della dottoressa Peluche, di Violetta o di Sofia la principessa; tra i maschietti vanno sempre per la maggiore i supereroi, spiderman o batman.

Poi, ovviamente i giochi, come le stelle filanti e coriandoli, gli scherzetti che finalmente si sentono liberi di poter fare senza essere rimproverati!

E poi amano le chiacchiere, le castagnole, i dolci fritti e zuccherosi: insomma quella nota goliardica che fa credere che in fondo a Carnevale tutto possa essere consentito ed accettato è ciò che coinvolge maggiormente i piccoli.

Anche Victoria Village si prepara al Carnevale 2022.

Ogni anno organizziamo laboratori artistici, dove i bambini imparano, con l’aiuto dei nostri bravissimi maestri, a progettare e creare la maschera desiderata. Inoltre, nel nostro angolo moda è possibile trovare tanti costumi, soprattutto per le nostre principesse.

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La favola della buonanotte aiuta lo sviluppo del linguaggio e delle capacità di memoria.

La favola della buonanotte è un gesto semplice ma che talvolta può sembrare noioso e ripetitivo, soprattutto nella situazione classica in cui il bimbo ha un libro preferito e vuole solo ed esclusivamente quello.

Inoltre, dopo una giornata lunga, al lavoro o trascorsa interamente con i bambini, anche solo altri 10 o 15 minuti possono sembrare un tempo infinito: eppure, possono fare la differenza nello sviluppo mentale ed emotivo dei bambini.

Leggere stimola l’immaginazione

Nulla come storie di avventure fantastiche, ambientate in luoghi meravigliosi, stimola la naturale fantasia del bambino e la sua immaginazione. Quando leggiamo loro delle storie belle e appassionanti, li vediamo letteralmente pendere dalle nostre labbra, ansiosi di non perdersi nemmeno una parola.  La favola della buonanotte permette al tuo bambino di immedesimarsi nei personaggi delle storie. Questa immedesimazione è molto importante perché, a questa età, non c’è una differenza netta tra immaginazione e realtà. Il personaggio con cui il bambino si identifica e che alla fine vince o ha la meglio, lo rassicura e lo aiuta a riconoscere e ad affrontare le sue paure.

Pronuncia e grammatica

Raccontare storie che i bambini ascoltano con attenzione ci permette anche di insegnare loro la grammatica corretta, la pronuncia e la dizione. Non passerà molto tempo che li sorprenderemo ad utilizzare vocaboli anche un po’ astrusi che compaiono nelle loro favole preferite.

Una routine rassicurante

La sera è un momento in cui i bambini hanno maggior bisogno di coccole e rassicurazioni. Il fatto di leggere una storia crea una routine (che rassicura i bambini). Ti permette, inoltre, di ritagliarti un momento di dolcezza, contatto e serenità con tuo figlio. Questo rafforzerà il vostro legame e aiuta a staccare dai ritmi serrati imposti dalla routine giornaliera!

La struttura stessa delle storie ci permette di inserire gli eventi in ordine cronologico insegnando così ai bambini le tecniche di narrazione di base, utili anche nella vita quotidiana. Inoltre, ascoltare una favola letta dalla mamma è molto diverso che guardare la tv: il bambino può fare domande, ipotesi su cosa succederà o commentare questo evento o quel personaggio, e tutte le risposte le riceve da una persona in carne ed ossa.

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C’era una volta un boscaiolo, tanto povero quanto onesto. Viveva in una vecchia baracca di legno in mezzo ad una radura con tutta la sua famiglia: la moglie, i tre figli e i suoi genitori.

La casa era piccola, ma accogliente, pulita e dignitosa. E tutti si davano da fare perché la vita scorresse serena:

la mamma si occupava della casa e faceva le pulizie nei palazzi dei signori;

il papà tagliava la legna e scolpiva giocattoli da vendere alle botteghe artigiane; la nonna coltivava il piccolo orto che rendeva il necessario per loro e per il mercato;

il nonno si dedicava a piccole opere di ferramenta.

Anche i bambini davano il loro contributo: dopo la scuola aiutavano i genitori in tutto ciò che potevano.

In quella casa non erano ricchi… ma erano felici e si volevano bene.

Un giorno il boscaiolo si addentrò in una foresta di abeti che non aveva mai visto prima, alla ricerca di un legno particolare. Passo dopo passo, la selva divenne talmente fitta che tra le fronde degli alberi, che sembravano mani adunche tese a bloccarlo, non riusciva a penetrare neppure la luce del sole. Eppure una strana sensazione lo spingeva a non fermarsi.

Giunse infine dinanzi a un vecchio cartello con una scritta quasi illeggibile: “PROPRIETÀ PRIVATA-VIETATO ENTRARE”.

Mentre già stava per tornare indietro, una luce vivida proveniente dal profondo di quel folto bosco cupo attirò il suo sguardo e lo spinse a proseguire.

“Alla fine -pensò- non mi vedrà nessuno… chi vuoi che passi da qui? E se dovessi incontrare qualcuno potrò sempre dire che mi sono perso e che pensavo che la luce provenisse da una casa…”

Giunse finalmente in una radura, al centro della quale cresceva un immenso albero del colore del sole. La sua meraviglia fu grande quando, avvicinandosi, si rese conto che era d’oro massiccio. Lo toccò e vide che i rami avevano la consistenza del legno ma, se venivano spezzati, assumevano la solidità del metallo prezioso. Iniziò a pensare: “Se ne staccassi qualche pezzo chi mai se ne accorgerebbe? È un albero, i rami ricrescerebbero, e il proprietario neanche ci farebbe caso. L’uomo che possiede una cosa così prodigiosa nel proprio giardino è di certo eccezionalmente ricco, e anche se io gli porto via una piccolissima parte del suo oro non gli dispiacerà.  Anche perché io ne ho di sicuro molto più bisogno di lui.”

Più ci pensava, più trovava scuse per giustificare ciò che voleva fare, più sognava cosa avrebbe potuto comperare con quell’oro. Fu così che strappò alcuni dei ramoscelli più sottili, ne fece un piccolo bottino, e tornò a casa col sorriso sulle labbra e la gioia nel cuore.

Sua moglie non fu felice: “Non avresti dovuto prenderli! Per quanto pochi possano essere e per quanto noi se ne possa avere bisogno, tu li hai rubati! Devi restituirli!” L’uomo e la donna iniziarono a litigare, cosa che prima di allora non era mai accaduta, e le discussioni proseguirono per giorni e giorni, finché l’uomo, esasperato, non andò via di casa.

Il tempo passò: col denaro frutto della vendita dell’oro costruì una bellissima casa con tante stanze, comperò dei vestiti nuovi e lussuosi e dei cavalli lucidi e scattanti per muoversi. Ma la sua famiglia, che era rimasta nella vecchia casupola malandata, gli mancava… così iniziò a comperare regali per tutti nella speranza di riconquistarne l’affetto. Ma ogni omaggio gli veniva sdegnosamente restituito. Oltretutto, più si abituava alla nuova vita da ricco, più sentiva il bisogno di nuovo oro per soddisfare i propri desideri. E ogni volta andava nella foresta a staccare nuovi rami, sempre di più e sempre più grossi, trovando nuove scuse con sé stesso per i furti.

Ma, ogni volta che tornava, accadeva una strana cosa: la sua pelle sembrava più scura e spessa e i suoi movimenti più legnosi. “La pelle si scurisce per il sole, è chiaro. E mi muovo con più fatica perché mi sono disabituato al lavoro e agli sforzi.”

Giunse finalmente la vigilia di Natale, e il boscaiolo preparò per sé stesso un pranzo sontuoso. Mentre, però, maneggiava un coltello per affettare del pane, si tagliò… e, invece del sangue, dalla carne uscì un liquido trasparente simile alla linfa delle piante. E finalmente comprese! Corse verso il bosco incantato con tutta l’energia che gli restava. “Ti prego, fa’ che non sia troppo tardi.” Ma più si avvicinava alla radura, più i gesti si facevano rigidi. E poi accadde. Mentre saltava, i suoi piedi divennero profonde radici, il suo corpo tronco, la sua pelle si indurì tanto da trasformarsi in corteccia, le sue braccia si arrestarono a mezz’aria mutandosi in lunghi rami, i suoi capelli si convertirono in fronde e la sua bocca spalancata in una profonda cavità.  Anche lui era diventato una parte di quella foresta, nella quale ogni pianta era stata un essere umano.

La sua disperazione era così grande che dai suoi occhi, che si erano trasformati in spessi nodi di legno, scesero calde lacrime di autentico pentimento. E tale era il freddo, che ogni lacrima, raggiunta la punta dei rami, si congelava trasformandosi in una piccola stalattite cristallina. Una, però, riuscì a toccare il terreno e, d’incanto, comparve una fata. “La tua avidità era stata punita, così come quella di molti altri prima di te. Ma tu sei stato il solo a provare un sincero rimorso. Va’… e che questa avventura ti sia di insegnamento.”

Il boscaiolo, magicamente tornato essere umano, non poté che ringraziare la buona fata e, tornato a casa, vendette tutti i suoi averi distribuendo il ricavato a chi ne aveva più bisogno. Poi, col cuore pieno di speranza e timore, tornò a bussare alla porta della sua vecchia baracca. E fu accolto con tutta la gioia e l’amore che gli erano mancati fino a quel momento. Decise, però, di conservare per sempre la memoria di quanto era accaduto, come monito affinché mai più l’avidità potesse impossessarsi di lui. E, ripensando a ciò in cui egli stesso si era trasformato, si recò nella vicina foresta, abbatté un piccolo abete, lo portò a casa e, in ricordo delle proprie lacrime, lo decorò con piccole sfere di vetro cristallino.

In breve tempo la sua storia fece il giro del villaggio, poi dell’intero regno, e si diffuse poi anche in quelli vicini fino a raggiungere i confini della terra. E tutti, colpiti e commossi, presero l’abitudine, a Natale, di tenere in casa un abete decorato con gocce di vetro o cristallo, e di porvi sotto i doni, in ricordo dell’uomo che, a Natale, aveva donato tutto per tornare ad essere felice.

( Fiaba di Alessandra Fella )

Buon Natale a tutti dallo staff di Victoria Village!

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In tutto il mondo, molti bambini stanno scrivendo la letterina di Babbo Natale, è bello sentire tutte quelle emozioni racchiuse in una lettera che esprime gioia e amore.

Ogni bambino aspetta con gioia il magico Natale e tutti scrivono delle bellissime lettere a Babbo Natale.

Scrivere la lettera a Babbo Natale rappresenta un momento magico e carico di aspettative per i piccoli. In fondo è un momento di bilanci anche per loro: si sono comportati bene? Meritano di ricevere i regali? Quanti giocattoli possono chiedere? E possono chiedere anche cose più importanti come la pace, l’amore in famiglia, la salute per una persona cara?

Le lettere che i bambini scrivono a Babbo natale sono profonde e inaspettate e spesso chiedono cose non solo per loro ma anche per chi amano.

Come scrivere la lettera di Babbo Natale?

È fondamentale partire con un ‘‘Caro Babbo Natale’’, poi racconta di te, come ti chiami, quanti anni hai, di dove sei e racconta tutto ciò che desideri, parla a Babbo Natale delle tue passioni delle persone a cui vuoi più bene, esprimi tutto quello che vuoi e parla di quello che desideri trovare sotto l’albero di Natale. Non importa se è reale o no, se è una cosa materiale o meno, l’importante è che lo desideri con tutto il cuore e come per magia questo apparirà!!!

Scrivere la lettera a Babbo Natale: consigli per i genitori

Scrivere la letterina a Babbo Natale non è un compito, qualcosa da fare in fretta tra una cosa e l’altra. É un momento importante per il bambino, che lo fa entrare nella magia di diventare parte attiva di una bellissima storia.

Scrivere la lettera a Babbo Natale è anche l’occasione per far esprimere al bambino dei suoi desideri, spiegando bene la differenza con i regali fisici.

Facciamogli degli esempi: “Vorrei giocare più spesso all’aperto”, “Vorrei ritornare in vacanza dove sono stato quest’estate”, “Vorrei arrabbiarmi di meno”, “Vorrei più abbracci dalla mia sorellina”.

La lettera va arricchita di disegni per Babbo Natale.

Infine, è bene far firmare il bambino in fondo al testo, dopo averglielo riletto bene. Se il bambino non sa ancora scrivere scrivigli tu in stampatello il suo nome e invitalo a ricopiarlo come vuole: anche uno scarabocchio va benissimo, ma emozionerà il bambino e gli farà risultare la lettera un documento davvero importante, addirittura firmato da lui come fanno i grandi!

La letterina per Babbo Natale rappresenta un momento molto importante ed emozionante per tanti bambini.

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Scopri la magica atmosfera Natalizia del Village:

Barba lunga e abito rosso: chi non si immagina così il buon vecchio Babbo Natale?

Secondo la tradizione, Babbo Natale abita da sempre nel Polo Nord e la notte di Natale parte a gran velocità sulla sua slitta, trainata da renne, per raggiungere i bimbi di tutto il mondo e portare loro tanti doni, giocattoli, che lui costruisce insieme ai suoi amici elfi.

Ma dove e quando nasce Babbo Natale?

La leggenda narra che tutto cominciò in America, nel 1600, ma in realtà il mito di Babbo Natale ha origini europee e si pensa che la sua identità coincida con quella di San Nicola. Nicola nacque nella seconda metà del 200 d.C. in Turchia, da una famiglia benestante ed in seguito divenne vescovo di Myra, in Lycia.

Molto tempo dopo la sua morte, le sue spoglie vennero trafugate a Bari, città di cui divenne ed è tutt’oggi il Santo Patrono. Fu proprio in questa città pugliese che cominciò a farsi largo l’idea che San Nicola, oltre a salvare gli sfortunati marinai che si imbattevano in pericolose tempeste, portasse doni ai bimbi, soprattutto a quelli che se lo meritavano. Una famosa leggenda che accompagna la vita del Santo racconta che egli aiutò un padre molto povero a maritare tre figlie che altrimenti, senza dote, non avrebbero mai potuto convolare a nozze.

Per dare una mano alla famiglia caduta in miseria, Nicola buttò infatti per due notti di fila un sacco pieno di monete d’oro dentro una finestra della loro casa, ma la terza sera, trovando la finestra stranamente chiusa, gettò il terzo sacco dal camino, proprio come nella tradizione Babbo Natale. Le tre sorelle poterono così sposarsi ed essere felici grazie alla bontà e generosità di Nicola.

Tante sono comunque le storie che accompagnano la magica figura di babbo Natale e le sue presunte origini ed è conosciuto in tutto il mondo, seppur con nomi diversi e anche qualche caratteristica fisica differente.

Per esempio in Francia è magro, alto, indossa zoccoli di legno e viene chiamato Père Noël , in Inghilterra è Father Christmas ,Julenisse in Scandinavia, Sinter Klaas in Olanda, Santa Claus in America, rappresentato come il nostro Babbo Natale: robusto, barbuto e vestito di rosso, ed infine è Saint Nicolas in Svizzera dove porta ai più piccoli soprattutto dolci e mandarini.

Come si chiamano le renne di babbo Natale?

Tutti sanno infatti che a trainare la slitta carica di doni sono le 8 fidate renne, ma chi conosce i loro nomi?

Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido. La nona renna (forse la più famosa) Rudolph, si unì solo in seguito al gruppo.

Secondo la storia, Rudolph, renna giovane da un insolito naso rosso e luminoso, viene scelta da Babbo Natale per illuminare e rendere visibile alle altre renne il sentiero offuscato dalla nebbia

Cosa mangia Babbo Natale?

Babbo Natale è molto goloso… Gli piacciono i dolci, in particolare i biscotti. Dunque mangia tutto quello che i bimbi gli lasciano nella notte di Natale per sfamarsi dopo il lungo viaggio: le case da visitare sono così tante che di certo non soffre la fame!

Victoria Village si prepara, come l’anno scorso, alla magia del periodo Natalizio con laboratori e giochi che accompagneranno i bambini all’arrivo del Natale!

Guarda tutte le foto dell’anno scorso:

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Un adulto che legge ad un bambino compie un atto d’amore.

Un libro nasconde al suo interno storie magiche, capaci di mettere in moto la fantasia dei piccoli. I libri dedicati all’infanzia svolgono infatti molteplici funzioni e ogni genitore dovrebbe ritagliarsi qualche momento durante la giornata per aprire un libro e leggerlo al proprio bambino, magari prima della nanna.

Perché è importante leggere ai bambini?

Leggere ai bambini permette infatti lo sviluppo dell’immaginazione, contribuendo altresì all’arricchimento del vocabolario, aspetto che sarà utilissimo (e importantissimo) quando il bimbo comincerà a frequentare la scuola elementare. Quando un bimbo è intento nell’ascoltare la lettura del libro, inoltre, allena la propria soglia di attenzione e di conseguenza la propria capacità all’ascolto.

A corollario dell’acquisizione di un vocabolario più vasto e di una più completa proprietà di linguaggio, i bambini a cui vengono letti i libri ad alta voce potranno esprimersi meglio e, di conseguenza, fare più domande per soddisfare la loro innata curiosità: ascoltare la lettura di un libro, insomma, permette ai bambini di imparare più cose, anche quando il momento della lettura è terminato.

Ma non finisce qui: perché i genitori che leggono libri ai propri bambini riescono a sviluppare un rapporto profondo con gli stessi. Il tempo passato insieme è un tempo di qualità, che fa godere i bambini anche della vicinanza fisica dei genitori, spesso fuori casa per lavoro.

Inoltre, è bene imparare a parlare delle storie lette: chiedere se la storia appena letta è piaciuta, approfondire il perché, farsi raccontare quali caratteristiche del personaggio preferito sono le più interessanti per il giovane lettore, aiutarlo ad orientarsi nei boschi narrativi.

Quando cominciare a leggere libri ai propri bambini?

Non c’è un’età per cominciare a leggere libri ai bambini: sì può fin dalla gravidanza, perché il bambino nella pancia è attento a carpire la voce di mamma e papà e i rumori del mondo esterno. Una volta nato, poi, non perdete l’abitudine ma arricchitela con nuovi libri e nuove storie. Anche se un neonato non è effettivamente in grado di capire le parole che gli leggiamo, per lui sarà comunque un momento di vicinanza, un momento in cui riusciremo a tranquillizzarlo e a calmarlo. Senza contare che la lettura di un libro concilia il sonno… A tutte le età!

Quali libri scegliere per i bambini?

La letteratura per l’infanzia è un mondo davvero sconfinato: sono davvero tantissimi i libri dedicati ai bambini, che si possono scegliere in libreria dove, solitamente, sono suddivisi per fasce di età.

Victoria Village dispone di un angolo letterario – una piccola libreria dove i bambini potranno leggere e ascoltare storie e favole davvero incredibili!

Per maggiori info:

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Mai saltare la merenda, attenzione alla varietà, no alle doppie porzioni in inverno. Queste le regole d’oro.

Quello della merenda dei bambini è un momento importante in cui, dopo un’intera giornata passata tra i banchi di scuola, ci si può prendere una pausa e ricaricare le pile.

In inverno poi, con i continui sbalzi di temperatura e i picchi di freddo che possono affaticare l’organismo, lo diventa ancora di più ed è anche essenziale non far passare troppe ore di digiuno tra un pasto e l’altro per non costringere il corpo a far ricorso alle proprie riserve con il rischio di esaurirle.

Prima regola: educare alla varietà

La prima indicazione, sempre valida in ogni stagione, ma a maggior ragione nel lungo periodo invernale, è il principio della varietà. Troppo spesso i bambini tendono, soprattutto a merenda, a voler decidere in autonomia cosa mangiare. È giusto assecondare le loro preferenze ma è bene anche essere propositivi: è infatti fondamentale offrire alternative educando al gusto ed insegnando a non escludere alcun alimento.

Seconda regola: la merenda non va mai saltata

La merenda non va mai saltata, è fondamentale sia a metà mattina che a metà pomeriggio per ‘ricaricarsi’ e mantenere costante la glicemia e, quindi, l’attenzione, durante le lunghe ore di studio e di arrivare meno affamati all’ora di pranzo o di cena.

Terza regola: non aumentare le porzioni con il freddo

Quella che il nostro corpo necessità di maggiori quantità di cibo d’inverno è una falsa credenza. La merenda deve sempre coprire il 7-8% delle calorie totali della giornata. I bambini tendono ad avere uno stile di vita più sedentario rispetto all’estate, per cui non si deve eccedere in calorie se il bambino a pranzo e a cena assume pasti regolari.

Quarta regola: non trascurare le bevande

Una spremuta o una centrifuga di frutta e verdura di stagione o, in alternativa, un succo di frutta al naturale consente di fare il pieno di antiossidanti e avere il giusto mix nella composizione del proprio menu a merenda. Se il bambino apprezza le bevande calde durante questa stagione si può proporre anche un tè o una tisana, prestando attenzione a non esagerare con le quantità di zucchero.

Quinta regola: no doppia merenda per gli sportivi

Molti genitori fanno l’errore di esagerare con la quantità di cibo proposta a merenda, perché sentono il bisogno di compensare la fatica dei figli che fanno sport, mentre nella gran parte dei casi, il dispendio calorico non giustifica una ‘doppia merenda’. Il discorso cambia solo se il bambino pratica un’attività agonistica: in questo caso è necessario prevedere un’alimentazione più ricca.

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Quando iniziare un corso di teatro per i bambini? E quali sono i vantaggi?

Far frequentare un corso di teatro ai bambini o accompagnarli a vedere gli spettacoli teatrali è molto importante per la loro crescita, oltre che divertente. L’arte teatrale stimola infatti la fantasia dei piccoli, ma li apre anche alla diversità, sviluppa la loro empatia e una migliore percezione del loro corpo nello spazio.

Quando iniziare un corso di teatro?

Non è mai troppo presto per iniziare un corso di teatro: i benefici per i bambini tra i 6 e i 9 anni che decidono di intraprendere questo percorso sono molti; imparano a lavorare in gruppo e ad allenare la capacità di osservazione, ad esercitarsi a riconoscere le emozioni degli altri e anche le proprie, sviluppando l’empatia. Se il teatro viene praticato in modo continuativo, poi, serve ai bambini anche per imparare a controllare il loro fisico nello spazio.

I vantaggi del teatro per bambini

Imparare a gestire le emozioni:

gestire la paura, l’ansia o l’agitazione prima dell’ingresso in scena aiuta a gestire emozioni simili nel mondo adulto. Il bambino sarà un adulto sicuro di sé.

Accrescere l’autostima:

imparare a studiare la parte, far crescere il proprio personaggio, salire sul palco e affrontare il pubblico aiuta il bambino a sentirsi bene e ad apprezzare sé stesso.

Imparare a stare con gli altri:

condividere un progetto teatrale significa entrare in una cerchia di persone con qualcosa in comune, la socializzazione e la fiducia negli altri migliorano gradualmente.

Partecipare al senso artistico dello spettacolo:

oltre alla recitazione del proprio personaggio, il bambino impara a pensare a tutto ciò che fa da collante allo spettacolo. Questo aspetto permette una maggiore collaborazione e un forte coinvolgimento.

Abbandonare il senso di timidezza:

il teatro aiuta ad acquisire sicurezza e coraggio verso le attività proposte, tanto da trovarsi nella condizione di partecipare in modo più attivo e consapevole. Si viene a creare un senso di fiducia collettivo.

Sviluppare la creatività:

il teatro permette alla creatività del bambino di espandersi. In tal senso si offre la possibilità di sperimentare situazioni in cui ci si può mettere alla prova.

Victoria Village organizza corso di teatro che stimola i bambini ad esprimere se stessi e ad ampliare i propri meccanismi creativi e comunicativi.

I lavoretti per bambini servono a stimolare la fantasia e creatività, oltre che la memoria e l’attenzione del bambino.

Insegnare ai bambini a fare qualcosa con le proprie mani è un’attività davvero preziosa, che li aiuta ad acquisire la fiducia nelle loro capacità. Un ottimo antidoto contro il dilagare dei cellulari, tablet, videogiochi.

I lavoretti manuali per bambini stimolano la creatività

I lavoretti manuali per bambini, come la realizzazione di un semplice pupazzo di stoffa, o di un braccialetto realizzato con scampoli di tessuto e pasta, permettono ai bambini di ragionare in modo insolito, adattando ciò che hanno a disposizione per creare dei risultati nuovi.

I lavoretti manuali favoriscono la collaborazione

Fare un lavoretto manuale in gruppo permette bambini di stringere i rapporti con i loro amici. Che siano compagni di scuola o semplici vicini di casa, permette di lavorare insieme, ad esempio assegnandosi ciascuno dei compiti da svolgere per portare a termine il lavoretto. Dal lavoro più semplice, come la realizzazione di un cartoncino con collage, fino a qualcosa di più complesso come ad esempio l’organizzazione di una caccia al tesoro. I lavoretti manuali sono davvero ottimi per insegnare ai bambini a collaborare tra di loro.

I lavoretti manuali permettono di sviluppare la concentrazione

I lavoretti manuali richiedono un’attenta coordinazione tra mani, occhi, e cervello; sono essenziali per favorire la concentrazione e sviluppare la capacità di restare impegnati in un compito per un periodo di tempo più o meno lungo.

I lavoretti manuali sono preziosi per costruire l’autostima

Poter realizzare qualcosa con le proprie mani e vedere il risultato finito è fondamentale per donare autonomia e autostima ai bambini, permettendo inoltre di aumentare il loro senso di responsabilità.

I lavoretti manuali migliorano il benessere fisico e psicologico dei bambini

I lavoretti manuali, soprattutto se riguardano la creazione di oggetti che piacciono ai bimbi, creano un’atmosfera di benessere e di armonia, fondamentale per mantenere un benessere sia fisico che psicologico sui bambini. È utile perché si tratta di un momento di una pausa tra i mille impegni quotidiani, liberandosi quindi dallo stress della competizione, e migliorando lo stato emotivo dei bambini che spesso sono agitati.

I lavoretti manuali permettono ai bambini di ragionare in modo insolito, adattando ciò che hanno a disposizione per creare dei risultati nuovi.

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